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Quindi le piante viaggiano eccome, sono tra le specie migratorie più attive.
Persino il basilico, che vediamo sulle nostre tavole da sempre, è stato portato in Europa dall’India ai tempi di Alessandro Magno e fino al XVIII secolo è stato guardato con sospetto e ritenuto un veleno.
Quello che è interessante sottolineare è che, a prescindere dalle specie coltivate, moltissime piante che oggi riteniamo parte della nostra flora nativa non lo sono affatto, essendo originarie di aree spesso molto lontane. Perché quindi insistiamo a definire invasive tutte quelle piante che con grande successo riescono ad occupare territori nuovi? A ben vedere, le piante invasive di oggi sono la flora nativa del futuro, così come le specie invasive del passato sono oggi parte fondamentale dei nostri ecosistemi. Mi piacerebbe che questo concetto fosse chiaro: le specie che oggi consideriamo invasive sono le native di domani. Avere sempre presente questa regola impedirebbe delle stupidaggini intese a limitarne l’espansione.
Stefano Mancuso, L’incredibile viaggio delle piante
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Ciò che rende SUStee speciale e diverso da qualsiasi altro rilevatore di umidità sul mercato è che funziona in modo diverso. SUStee non misura il livello di umidità nel suolo.
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